POST – 10° EDIZIONE DEL CIRCOLO DELLA SICUREZZA-PARENTING

Si è conclusa la decima edizione del Circle of Security-Parenting, il programma ideato da Bert Powell, Glen Cooper, Kent Hoffman, Bob Marvin (2014) che si basa sull’attaccamento nella relazione tra genitore e figlio, dalle prime fasi della nascita a tutte le successive tappe di crescita.
Le finalità del corso, condotto dalla Dott.ssa Laura Rapanà, sono state di stimolare nei genitori la riflessione, la consapevolezza emotiva per agevolare un cambio di prospettiva nel rapporto con i propri figli.
I genitori durante tutto il percorso si sono messi in gioco, impegnandosi per migliorare la relazione con i propri figli; hanno condiviso i loro problemi e le loro paure, si sono dati il permesso di esprimere le loro emozioni, i loro sentimenti. Il parlare insieme ha permesso loro di sentirsi sostenuti e compresi.
È stato un viaggio intenso e coinvolgente di otto incontri. Si è partiti dall’ascolto dei propri figli fino a comprendere l’importanza di ascoltare sé stessi per poterli vedere in modo reale.
Nel Circolo della Sicurezza, la funzione genitoriale è rappresentata con l’”offrire le mani”. Ogni bambino ha bisogno, fin dal giorno della nascita, che il genitore sia per lui una base sicura dalla quale partire per esplorare il mondo e un porto sicuro cui ritornare per fare il pieno di emozioni. il Circolo è una mappa che aiuta a osservare i propri figli, a guardare attraverso i loro occhi, a capire di cosa hanno bisogno.
Il corso ha aiutato a comprendere che un figlio ha bisogno di genitori sufficientemente buoni, di mani forti, grandi, sagge e affettuose che portino serenità e fiducia e che non bisogna essere perfetti, basta esserlo almeno il 30%.
Non si vedono le cose per come sono, ma si vedono le cose come si è. Un figlio ha necessità che il genitore stia con lui sul Circolo perché solo l’“Essere insieme”, l’essere in sintonia gli consentirà di organizzare le emozioni e di sviluppare un attaccamento sicuro.
Negli ultimi incontri del Circolo della Sicurezza i genitori hanno appreso l’importanza di affrontare e recuperare le rotture di rapporto con i propri figli. Dopo una rottura possiamo sempre riparare!
È importante essere consapevoli del proprio stato d’animo e di quello dei propri figli, riconoscere quando emerge dentro di sé la musica dello squalo. La musica dello squalo è un segnale che permette, se riconosciuta e ascoltata, di cambiare comportamento e di tornare ad essere genitori saggi, più grandi e più affettuosi.
La capacità e la serenità di riconoscere questo percorso consentono al genitore di creare una relazione sana con il proprio figlio, la possibilità di seguirlo nel suo percorso di vita.
Se c’è stata una rottura, prendendoci la responsabilità del nostro comportamento, insegniamo a nostro figlio come gestire i rapporti, come relazionarsi con gli altri. Si possono fare errori e non è mai troppo tardi per ripararli, ogni situazione può essere elaborata e superata.
Un ringraziamento di cuore a voi genitori che mi avete accompagnato in questo viaggio mettendovi in gioco, ciascuno nel proprio modo e contribuendo a creare un bel gruppo… di tantissime emozioni e di “essere insieme”! E questo si evidenzia dalle vostre bellissime riflessioni:
«Non servono consigli/suggerimenti ma un percorso come il CoS che spieghi le basi per poter gestire le nostre emozioni (e quindi dei nostri figli) per essere tutti più felici e sereni. Grazie!»
«Ritengo che questo percorso sia fondamentale per tutti i genitori, per crescere le generazioni future e lo proporrei come corso ai neogenitori».
«Sicuramente gli argomenti trattati sono stati una “novità” che ha stimolato riflessioni, mettere in discussione comportamenti/modi di fare».
«L’utilità sta nel mettersi in discussione, nel mettersi nelle condizioni di confrontarsi, per avere sempre consapevolezza che il ruolo genitoriale non è così scontato e soprattutto uscire dai canoni educativi da cui noi proveniamo».
«Cercare di tenere sempre le mani grandi e aperte verso le mie figlie, favorendo l’esplorazione e il successivo ritorno».
«Il percorso mi ha permesso di avere una chiave di lettura di dinamiche che non riuscivo a capire. Mi ha permesso di capire che alla base dei conflitti che si creano ci sono bisogni nascosti che non riescono a emergere e mi ha permesso di capire i miei errori e mi ha dato gli strumenti per agire in modo corretto. La dinamica del cerchio e delle mani sono state uno strumento utilissimo per poter ragionare in maniera obiettiva senza interferenze dovute alla “musica dello squalo”. Ho capito che cambiando il punto di vista cambia tutta la dinamica familiare».
«Il percorso mi è stato utile perché mi ha permesso di prendermi il tempo per poter riflettere su me stesso e sul rapporto con i miei figli; mi ha anche fatto capire quanto sia importante l’essere neutrali quando si è in relazione con i figli e quanto conti l’ammirarli per quello che sono piuttosto che per quello che fanno».
«La consapevolezza che ti dà il corso che non è il bambino “sbagliato” ma che dobbiamo essere noi a cambiare. Il modo di vedere le cose. Stare insieme significa essere presenti nel “qui e ora”. Le risposte già ci sono, serve solo riuscire a vederle mettendosi a guardare dal punto di vista giusto. Non è mai troppo tardi».
«Il percorso mi ha permesso di fare un viaggio esperienziale profondo esplorando il mio ruolo di figlia e il mio ruolo di madre nel senso più profondo di “amore incondizionato”. Profondamente ho avuto dei benefici in ambito più generale nel concetto di “relazione”. Ho percorso strade (spesso complesse) pensando alla mia relazione nella coppia, alla mia relazione di sorella e di amica».
«I figli percepiscono i nostri malesseri anche se noi proviamo a nasconderli e si comportano di conseguenza».
«Una piccola/grande “cassetta degli attrezzi” da poter attingere negli attimi di necessità».
«Il percorso mi ha permesso di conoscere un metodo che mi ha completamente aperto la mia visione educativa, di conoscere appieno il ruolo genitoriale. Un altro importante aspetto è stata la condivisione con altre persone nell’esprimere le proprie emozioni. Averlo anche fatto con mia moglie è di certo un aspetto che può aiutarci nell’affrontare il mondo educativo-genitoriale perché non è “mai troppo tardi”».